Uno
studio sul significato spirituale del Tabernacolo
- a cura del
Centro Comunitario Evangelico Castellanza (VA) -
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Capitolo 10 :
Il Trono
«A
chi vince Io darò di sedere Meco sul Mio trono, come
anchIo ho vinto e Mi son posto a sedere col Padre
Mio sul Suo trono»
(Apocalisse
3:21)
1. La
nuova Gerusalemme
2. Il
Propiziatorio
3. L'unica
base
4. L'arca
5. Ancora
la sabbia
6. Riempiti
di Cristo
7. Lo
scopo finale
1. La
nuova Gerusalemme
Dietro il
velo si trovava il luogo santissimo, con larca
del patto che era coperta dal propiziatorio.
Sopra il luogo santissimo vi
era la colonna di fuoco, che guidava il popolo dIsraele
durante il lungo viaggio nel deserto.
In simbolo, era lì il posto
dove Dio stesso abitava e regnava, era lì il
centro di tutto luniverso, il trono dellOnnipotente.
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NellApocalisse ci viene
rivelato il significato del luogo santissimo: «E
in essa
sarà il trono di Dio e dellAgnello» (Apoc 22:3).
Questo essa
si riferisce alla Nuova Gerusalemme, la santa città,
la sposa dellAgnello (Apoc. 21:9 -10).
Come larca col
propiziatorio si trovava nel luogo santissimo,
così il trono di Dio sarà nella Nuova
Gerusalemme, la sposa di Cristo, la Sua chiesa in
gloria. |
Il luogo santissimo
aveva la forma di un cubo. Laltezza, la
larghezza e la lunghezza erano dieci cubiti; così
anche la Nuova Gerusalemme avrà la forma di un cubo (Apoc. 21:16).
Come
adesso siamo il tempio di Dio in umiliazione,
così lo saremo una volta in gloria dopo il
ritorno di Cristo.
Come
adesso formiamo le pareti del luogo santo, così
formeremo le pareti del luogo santissimo.
Cristo, il vero tabernacolo, ci
coprirà come prima, ma abiterà in noi in maniera sempre
più piena e gloriosa, insieme al Padre.
Saremo la Nuova Gerusalemme.
Molti desiderano
entrare in questa santa città di luce,
... e infatti, molti ci entreranno e saranno
sommamente beati. Ma
la Parola di Dio ci propone qualcosa di ancora più
glorioso, cioè di ESSERE
questa città!
Qualcuno
dirà: Che cosa significa? Quale è la differenza
fra entrare nella
città e essere la
città?
Possiamo
rispondere così:
quelli
che entrano nella città SARANNO BENEDETTI e
quelli
che sono la città SARANNO UNA
BENEDIZIONE.
Lultimo è più grande
del primo!
Dio
diede tre promesse di benedizione ad Abramo: «Io
ti benedirò ... tu sarai fonte di benedizione ... in te
saranno benedette tutte le famiglie della terra» (Genesi 12:1-3).
Io
ti benedirò ...
tu
sarai fonte di benedizione
in
te saranno benedette tutte le famiglie della
terra»
Lultima
benedizione è la più grande ed avrà il suo adempimento
finale proprio nella Nuova Gerusalemme, dove tutte le
famiglie della terra saranno benedette, ... , per mezzo
della chiesa glorificata in Cristo.
2. Il
Propiziatorio
Stiamo
davanti allarca e con profonda riverenza e
ammirazione guardiamo il propiziatorio che la copre.
È una lastra di oro puro
con due cherubini doro alle sue due
estremità (Es. 25:17-20).
La Bibbia ci spiega il suo
significato: «Cristo
Gesù, il quale Iddio ha prestabilito come
PROPIZIAZIONE mediante la fede nel sangue di
Esso» (Rom.
3:25).
La parola greca tradotta qua con propiziazione
la troviamo pure
in Ebrei
9:5, dove è stata tradotta
con propiziatorio. |
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Sopra questo
propiziatorio ci sono gocce di sangue, che vengono
sparse dal sommo sacerdote una
volta allanno (Lev. 16:14-15).
Gesù Cristo è entrato
nel santuario celeste col Suo proprio sangue (Ebr. 9:11-12).
Egli risiede lì in gloria
alla destra del Padre e Gli mostra le Sue cicatrici,
le Sue piaghe nelle mani, nei piedi e nel fianco, da
dove è uscito il Suo sangue per la nostra redenzione.
Queste piaghe
dimostrano al Padre, per tutta leternità,
che è stato risposto una volta per sempre a
tutte le esigenze della Sua giustizia divina.
Queste
piaghe dimostrano per tutta leternità linnocenza
e la giustizia che sono nostre, perché siamo in
Cristo. Egli è Sommo Sacerdote in eterno (Ebr. 6:20).
I cherubini, i
guardiani della gloria di Dio, guardano con gioia e
favore il propiziatorio e lo adombrano. Sono gli
esseri viventi nel cui mezzo lAgnello risiede (Apoc. 5:6).
Gli
stessi cherubini che con spada fiammeggiante
chiusero la via per lalbero della vita (Gen.
3:24) li ritroviamo qua, senza
spada, con lo sguardo favorevolmente rivolto
verso Cristo.
La
strada alla vita si è così riaperta. Per mezzo
di Cristo possiamo avere piena comunione con Dio: «Quivi
Io Mincontrerò con te» (Esodo 25:22).
3. L'unica
base
Il sommo sacerdote
spargeva il sangue non solo SOPRA
il propiziatorio, ma anche DAVANTI
ad esso (Lev. 16:15), cioè
sulla sabbia dove egli stesso stava.
Si metteva dunque
sulla base del sangue per poter stare nella presenza di
Dio.
Anche
per noi non ci sarà mai unaltra base, se
non il sangue di Cristo. Dobbiamo
in fede BASARCI su questo. |
Molti
sono quelli che dicono che Cristo è morto per
poterci dare la grazia divina, e che per mezzo di
questa grazia dobbiamo condurre una vita santa per
poter meritare lentrata nella gloria.
Ma questa è uneresia!
La base del nostro
entrare nella gloria non è la nostra vita santa, ma la
vita santa di Gesù e il sangue sparso da Lui.
Ma,
dirà qualcuno, non avete voi stessi messo enfasi,
nei capitoli precedenti, su una vita santa e
purificata, piena dadorazione? Sì!
Dobbiamo
essere PERDONATI ... ma il perdono si ottiene
solo per mezzo del SANGUE di Cristo.
Dobbiamo essere GIUSTIFICATI ... ma la
giustificazione lha meritata Cristo per noi
quando sparse il Suo SANGUE, dando Se stesso come
olocausto.
Dobbiamo essere PURIFICATI ... ma è il SANGUE di
Cristo che ci purifica da ogni peccato.
Dobbiamo essere UNTI dallo Spirito Santo ... ma
lo Spirito viene soltanto sopra di noi quando
vede che siamo cosparsi col SANGUE di Cristo (Es.
29:21; Lev. 14:28).
Dobbiamo essere SANTI ... ma la santità che Dio
richiede è la santità di CRISTO, e non la
nostra.
Dobbiamo essere ADORATORI ... ma lincenso
della nostra adorazione è solo Cristo che si è
offerto a Dio in SACRIFICIO come un profumo dodor
soave.
Dobbiamo essere VINCITORI
ma il segreto
della nostra vittoria è il SANGUE di Cristo (Apoc. 12:11).
Il
sangue di Cristo ci dà la libertà e la franchezza
di entrare nel santuario (Ebr. 10:19).
Solo
Dio conosce la grandezza della gloria destinata a
noi, ma anche la gloria suprema si avrà soltanto
sulla base dellopera di Cristo, e mai sulla
base di qualcosa che è in noi. |
Ogni vanto è escluso e
sarà escluso; ogni cosa sarà solo per GRAZIA.
Anche il luogo
santissimo è fondato su basi, non di oro, ma dargento,
simbolo del SANGUE di Cristo versato per noi come prezzo
di riscatto.
4. L'arca
Il
propiziatorio non parla solo della
riconciliazione dei nostri peccati. Se fosse
stato così, questo oggetto si sarebbe potuto
mettere per terra.
Invece, la parola originale ha in sé anche
il significato di copertura o di
coperchio, ed è dunque logico
che cera qualcosa da coprire.
Infatti il propiziatorio
copriva larca, una cassa di legno dacacia
rivestita, di dentro e di fuori, doro puro (Es. 25:10-11).
Il
propiziatorio e larca erano due oggetti
differenti ma mai separati.
Erano
fatti luno per laltra e non erano
completi da soli.
Anche
le loro misure non erano complete
(visto tutti i mezzi cubiti),
e questo ci indica che dovevano
completarsi a vicenda.
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Possiamo vedere in questo un simbolo
della nostra unione con Cristo, come la sposa è unita al
suo sposo. Non sono completi luno senza laltra.
Sono differenti ma inseparabili.
Cristo, il Capo, non è completo senza il Suo corpo, e il
corpo non è completo senza il suo Capo.
Quando si squarcerà
il velo si celebreranno le nozze dellAgnello e
saremo per sempre uniti con Lui, coperti da Lui e
rivestiti da Lui, di dentro e di fuori,
con loro della Sua gloria.
Nascosto
sotto loro cè ancora il legno dacacia
... Cosa saremmo senza Cristo?
Soltanto
una cassa vuota e nuda di legno nocchiuto.
Per tutta leternità
adoreremo il nostro Sposo per ciò che Lui ha fatto,
trasformandoci da inutili e spinose acacie in
gioielli di gloria che saranno una gioia per Lui e per il
Padre.
Il
propiziatorio e larca avevano le stesse
misure ed erano perciò adatti luno allaltra.
Così anche noi
formeremo una perfetta unità con Cristo; il
Padre stesso ci modellerà in modo che saremo la
giusta compagna per il Suo unico Figlio.
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5. Ancora
la sabbia
Cosa saremmo senza
Cristo ... nudi, vuoti, completamente stonanti nel
luogo santissimo! La nostra esistenza lì non sarebbe
possibile nemmeno per un attimo.
Possiamo rovesciare la domanda e chiederci con
riverenza: cosa sarebbe Cristo senza di noi?
Il propiziatorio con i suoi
cherubini splendenti non avrebbe perso nulla della sua
bellezza magnifica senza larca ...
soltanto sarebbe dovuto stare
nella sabbia del deserto!
Con meraviglia guardiamo per terra.
Ci saremmo aspettati di vedere un bel
pavimento doro nel luogo santissimo; invece
cè ancora la sabbia, la stessa sabbia che abbiamo
visto fuori del cortile.
Sembra inspiegabile!
Apriamo la Bibbia e
leggiamo: «E mi
trasportò in ispirito su di una grande ed alta montagna,
e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che SCENDEVA
DAL CIELO dappresso a Dio, avendo la gloria di
Dio»
(Apoc. 21:10).
La Nuova Gerusalemme
è una città celeste con una gloria divina;
nonostante ciò scenderà dal cielo sulla TERRA. Essa
porterà con sé il cielo su questo povero pianeta
travagliato.
Cristo
e la Sua sposa ritorneranno sulla terra ed ogni
occhio lo vedrà: saremo manifestati ai popoli e
a tutta la creazione che con brama intensa sta
aspettando questo momento. Saremo su questa terra,
ma non avremo lasciato il cielo. Anzi, vivremo
nello stesso momento nel cielo e sulla terra. In
noi, cielo e terra saranno riuniti.
Cristo
regnerà come Re celeste e la Sua sposa regnerà
insieme a Lui come regina ... sulla TERRA (Apoc. 5:9-10).
Saremo una
fonte di benedizioni per tutti i popoli, che
vedranno in noi la presenza e il trono di Dio.
«E udii una gran voce
dal trono, che diceva: Ecco, il tabernacolo di Dio
con gli UOMINI, ed Egli abiterà con loro, ed essi
saranno SUOI POPOLI, e Dio stesso sarà con loro e sarà
loro Dio» (Apoc. 21:3).
«E
le NAZIONI cammineranno alla sua luce (la luce della
Nuova Gerusalemme); e i re della TERRA vi porteranno la
loro gloria» (Apoc. 21:24).
«Poi
mi mostrò il fiume dellacqua della vita, limpido
come cristallo, che procedeva dal trono di Dio e dellAgnello.
In mezzo alla piazza della città e dambo i lati
del fiume stava lalbero della vita che dà dodici
raccolti, e porta il suo frutto ogni mese; e le foglie
dellalbero sono per la GUARIGIONE DELLE NAZIONI» (Apocalisse 22:1-2).
6. Riempiti
di Cristo
Saremo RIVESTITI
di Cristo, COPERTI
da Cristo e anche RIEMPITI
di Cristo.
Infatti, larca
non era vuota. Dentro cerano tre
oggetti
(Ebr. 9:4) che
parlano tutti e tre della presenza di Cristo
glorificato in noi, nel Suo triplice ministero di
Re,
Sacerdote
e Profeta.
Con questa legge giudicherà tra
nazione e nazione e sarà larbitro fra molti popoli (Is. 2:2-4; Sal. 96:11-13).
Inoltre
si trovava nellarca la verga di Aaronne che
era fiorita.
Anche la verga parla di autorità e di governo.
Tutti
i capi delle tribù dIsraele avevano delle belle
verghe, ma Dio scelse solamente la verga, o lautorità,
del sommo sacerdote Aaronne (Num. 17:1-10). Solo
la sua verga era fiorita, benché fosse fatta di legno
morto.
Così
anche Cristo è stato risuscitato dalla morte e
perciò è degno di prendere limpero (Atti 17:31). Regnerà
come Re e come Sacerdote (Sal. 110; Zaccaria 6:12-13).
Anche
noi siamo destinati a risorgere dalla morte e a
regnare come re e sacerdoti insieme a Lui (Apoc. 5:9-10).
E
a chi vince e persevera nelle Mie opere sino alla fine Io
darò potestà sulle nazioni, ed egli le reggerà (letteralmente:
le pasturerà come pastore) con una verga di ferro
frantumandole a mo di vasi dargilla» (Apoc. 2:26).
Infine
cera nellarca un vaso doro
contenente la manna.
Come
la manna una volta discese dal cielo nel deserto,
così Cristo è disceso dal cielo sulla terra come il
Pane e la Parola della vita, come sommo Profeta.
La manna fu raccolta in
un vaso doro e portata nel santuario.
Anche
Cristo, dopo la Sua morte, è stato innalzato dalla
terra e risiede in gloria nei cieli.
Egli
sarà il cibo e la bevanda delle nazioni, e noi
saremo i distributori di questo cibo e di questa
bevanda.
«LEterno
degli eserciti preparerà su questo monte (Sion) a tutti
i popoli un convito ... Distruggerà su quel monte il
velo che copre la faccia di tutti i popoli, e la coperta
stesa su tutte le nazioni. Annienterà per sempre la
morte; il Signore, lEterno, asciugherà le lacrime
da ogni viso, torrà via di su tutta la terra lonta
del Suo popolo, perché lEterno ha parlato» (Is. 25:6-8).
7. Lo
scopo finale
Lo scopo finale di
Dio per la nostra vita è quello di farci raggiungere
il trono, dove regneremo con Cristo come Sua sposa.
Dio desidera che questo Suo scopo
sia anche il nostro.
Al
giorno doggi, il cristianesimo è diviso a
causa della diversità di obiettivi.
Alcuni
parlano quasi esclusivamente del ravvedimento e
del perdono.
Altri mettono molta enfasi sulla santificazione.
Altri parlano più del benessere spirituale e
della comunione fraterna.
Ancora altri
accentuano la necessità dellunzione dello
Spirito Santo e dei Suoi doni.
Altri mettono tutto laccento sullimportanza
dei sacramenti.
Infine ci sono dei gruppi che non fanno altro che
studiare le profezie per sapere esattamente come
andranno le cose nel tempo della fine.
In
altre parole:
alcuni danno
tutta la loro attenzione solamente allentrare
nel cortile e allaltare;
altri
accentuano limportanza della conca di rame,
altri
limportanza dellentrare nel
tabernacolo,
altri
quella del candelabro,
altri
quella della tavola
e
ancora altri dicono che il velo è il più
importante.
Lo studio del tabernacolo
ci aiuta a capire che tutte queste cose sono necessarie,
senza però essere lo scopo finale.
Sono delle tappe
necessarie sulla via verso il luogo santissimo; sono dei
mezzi che servono a raggiungere lobiettivo
finale: IL TRONO.
Iddio ci dia grazia di
vedere ogni cosa alla luce di questo Suo scopo glorioso!
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